Auto-aiuto
 
 
Gruppi di auto-aiuto per l'orientamento

I problemi di orientamento formativo, lungo tutto l’arco di vita (lifelong guidance) sono resi più complessi dalla mancanza di una tradizione che affidi ai docenti il ruolo di “orientatore” o di “tutor” e dal rapporto numerico spesso estremamente sfavorevole fra docenti e discenti.
La costituzione di gruppi di auto-aiuto risolve molti di questi problemi e inoltre l'aiuto reciproco ha una riconosciuta funzione formativa, soprattutto all'interno di una società democratica. Richiede però l’impiego di formatori esperti in dinamiche di gruppo e in apprendimento, che nella maggior parte delle istituzioni scolastiche e accademiche devono essere reperiti all'esterno, con contratti di collaborazione.
Nell'impostazione data da LB, i gruppi di auto-aiuto finalizzati all’orientamento e al tutoraggio si pongono come strumento di formazione degli atteggiamenti e di sostegno in momenti decisionali importanti. Le dinamiche di gruppo che in essi si attivano sono in parte simili a quelle tipiche dei gruppi di auto-aiuto psichiatrico (con i quali condividono il fatto di avere in comune un problema esistenziale da risolvere) e in parte simili a quelle dei gruppi di lavoro scolastici, con i quali condividono l’esigenza di acquisire molte informazioni, concettualizzarle e trovare una strategia di problem solving appropriata.

La partecipazione di esperti, limitata a pochi incontri iniziali che mirano alla formazione di "leader" o di "facilitatori" della comunicazione, è condotta in modo da non alterare la rete di comunicazione tipica dei rapporti “fra pari”, fondamentale per la corretta applicazione di questo metodo, che aiuta la maturazione personale e dei rapporti sociali.
L’obiettivo fondamentale dei gruppi di auto-aiuto è un’applicazione specifica degli obiettivi di orientamento descritti e discussi nel volume di Boncori e Boncori del 2002 (A33):
  • formazione di un atteggiamento stabile nei confronti di una carriera accademica
  • maturazione della capacità decisionale
  • potenziamento della capacità di problem solving.

Nel volume del 2002 sono anche riferiti i risultati ottenuti e viene data una più particolareggiata descrizione del metodo.

Il metodo è stato utilizzato in varie applicazioni e sono state attuate diverse iniziative per la formazione dei formatori.

Tra i corsi per i formatori sperimentati in diversi contesti, hanno avuto particolare successo corsi brevi per docenti, realizzati anche in modalità FAD, “Formazione a Distanza”. In questi corsi l’intervento è centrato sull’apprendimento teorico-pratico di un metodo di osservazione sistematica delle interazioni tra i partecipanti a un gruppo di lavoro. Un piccolo manuale per la conduzione di questi gruppi e per l’estensione dell’osservazione a studenti dalla scuola materna in poi contiene i sussidi pratici per la conduzione dei corsi (L. Boncori e M. Falocco, 2017: A64)..