scuola e università
 
 

Scuola e Università

Lavori e consulenze per la scuola e l'università si basano sulla formazione e sull'esperienza acquisite inizialmente nell'Istituto di Didattica del PAS, ora Università Pontificia Salesiana, dove L. Boncori ha lavorato per una decina di anni e successivamente con esperienze istituzionali importanti presso Sapienza, Università di Roma, come la Presidenza del Corso di Laurea in Psicologia e la Direzione ultradecennale della Scuola di specializzazione post-lauream in Valutazione psicologica, recentemente riassettata con la denominazione "Scuola di specializzazione in Valutazione psicologica e counselling".

Queste esperienze sono state riconosciute da ripetute partecipazioni a ricerche e interventi programmatici a livello nazionale e internazionale:

  • Comitato tecnico-scientifico della seconda indagine internazionale IEA sull’educazione civica (coordinatore: prof. Bruno Losito del CEDE-INVALSI, ora III Università di Roma);
  • Comitato tecnico-scientifico del progetto OCSE/PISACCC sull’autoregolazione dell’apprendimento (coordinatore per il CEDE-INVALSI: prof. Vega Scalera, ora Università di Roma Torvergata), finalizzata alle problematiche dell’educazione permanente.
  • Commissione per la formazione universitaria degli insegnanti (Ministero della Pubblica Istruzione, coordinata dal prof. Mencarelli), con il compito di delineare le strutture più funzionali alla realizzazione di un profilo professionale ottimale per gl'insegnanti, in particolare della scuola dell'obbligo (cfr. Boncori, 1984).
  • Commissione per la riforma degli orientamenti e dei programmi per la scuola materna (Ministero della Pubblica Istruzione, coordinata dal prof. Scurati).
  • Commissione tecnico-scientifica per il Sistema Nazionale di Valutazione (Ministero della Pubblica Istruzione, coordinata dal prof. Aldo Visalberghi, istituita con D.M. in data 25.6.1996).
  • Gruppo di ricerca per la “Valutazione della didattica da parte degli studenti”, presso il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, istituito in data 23.6.1998.
  • Nomina nel Comitato scientifico del progetto pilota di contrasto alla dispersione scolastica intitolato “Gli ultimi per primi” promosso dalla Provincia di Roma sotto la direzione del Liceo Artistico “Via Di Ripetta”, a cui partecipano 12 scuole secondarie superiori della Provincia di Roma (anno 2010).

Test per la verifica dello sviluppo intellettuale e della competenza linguistica
L'esame critico dei risultati di ricerca in campo internazionale hanno indotto L. B. a formulare un modello di sviluppo in cui l'acquisizione progressiva della competenza linguistica è al tempo stesso strumento e risultato di un progressivo sviluppo e arricchimento intellettuale. La formulazione più completa di questa ipotesi si trova in: Educazione linguistica come sviluppo intellettuale e integrazione sociale (A7, 1979c). Il tipo di test funzionale a questo modello si porrebbe come uno strumento per  la verifica del progresso dei ragazzi-alunni verso un ampio quadro di obiettivi non solo linguistici, ma anche cognitivi: comprensione di messaggi, capacità logica e critica, creatività e produttività linguistico-semantica  Sono nati così i test "Logos 10" e "Logos 15" (A9, 1979a; A10, 1979b), per la cui stesura sono stati utilizzati anche i risultati delle ricerche condotte con i test di profitto precedenti, elaborati con metodologie e tecnologie impegnative e d'avanguardia.
Questi test, unitamente a un test di creatività grafica descritto in un paragrafo successivo e a un test di profitto in matematica, sono stati utilizzati in una ricerca nazionale sui livelli di profitto condotta in collaborazione con il CENSIS e pubblicata dall'Istituto della Enciclopedia Italiana (Strumenti per la misurazione dei livelli di apprendimento: Italiano, Matematica e Disegno, B 2, 1985a).
Sotto l'aspetto della ricaduta pratica nel sociale, test cognitivi così concepiti hanno come principale funzione quella di facilitare e rendere più efficiente l'intervento dell'istituzione ai fini della promozione umana di tutti i cittadini-alunni, evitando soluzioni tecniche (p.es.: "test di livello") che più facilmente possono prestarsi ad essere utilizzate come strumenti di selezione o di emarginazione di singoli ragazzi etichettati come "ritardati" o simili.
Per un livello scolastico inferiore (scuola materna) è stato costruito un test di memoria verbale, anch'esso ispirato agli stessi modelli e criteri dei precedenti (Un test di memoria verbale per bambini all'inizio della scuola dell'obbligo (C 38, 1982). E' utilizzabile sia per applicazioni didattiche sia per applicazioni cliniche.

Test di lettura silenziosa
La linea di studio che privilegia la connessione tra la verifica dello sviluppo intellettuale-verbale e la verifica dell'apprendimento verbale-scolastico nell'ambito dell'istituzione scolastica (linea che realizza un'istanza vivacemente segnalata, a suo tempo, dal Vygotsky) ha indotto a progettare test di "lettura silenziosa".
In ambito universitario, la verifica di competenze minime di lettura silenziosa fa parte dei test di ammissione curati da LB per la Facoltà di Psicologia, non pubblicati su richiesta del committente. Sperimentalmente. i test di lettura silenziosa risultano più facili rispetto a quelli di competenza lessicale e per questo sono meno predittivi (BONCORI, L., Un servizio sperimentale per l'orientamento delle matricole della Facoltà di Psicologia, in Rassegna di Psicologia, C 55, 1995). Sono però molto apprezzati dagli studenti, come indicazione concreta sui contenuti che dovranno studiare per superare gli esami.
In ambito scolastico, LB è partita da un esame critico, condotto sulla letteratura internazionale, delle abilità soggiacenti agli "obiettivi" dell'insegnamento scolastico della lettura silenziosa, identificabili in gran parte con alcuni aspetti dell'intelligenza (Riflessi della maturazione psichica su un'abilità fondamentale: la lettura silenziosa, C 13, 1966/67). Successivamente, utilizzando la collaborazione di un nutrito gruppo di insegnanti elementari, ha condiretto la costruzione di una "batteria" di test di lettura silenziosa per la scuola elementare, articolata in più livelli e aree di contenuto (Test di lettura silenziosa e ricerche psicometriche sui saggi, C 31, 1978).

Test di capacità critica e di creatività
La consulenza a esperimenti innovativi di educazione intellettuale nella scuola ha indotto alla creazione di test di capacità critica e di creatività, da utilizzare congiuntamente.
Dopo aver compiuto ricerche critico-bibliografiche su capacità critica e creatività, settori particolarmente trascurati nell’intervento scolastico, ma ritenuti importanti per l’autorealizzazione personale e per l’azione sociale  (La capacità critica: diagnosi e sviluppo (A 11, 1979), Lo sviluppo intellettuale nell'adolescenza (C7, 1965/66), La valutazione della creatività mediante test psicologici (C 19, 1966/67) sono stati creati, in stretta collaborazione con un gruppo di insegnanti, tutta una serie di strumenti di valutazione e di schede di esercizio. La ricerca ha coinvolto complessivamente oltre 1000 ragazzi dai 6 agli 11 anni, secondo un complesso schema di ricerca (in parte longitudinale, in parte trasversale) articolato in due anni scolastici.
L'esperienza compiuta nel corso di questa ricerca ha condotto alla costruzione di un test originale di creatività grafica (Inventiamo disegni, A 16, 1987) e di un test di capacità critica, "Caccia all'errore": 7A e 9A (A6, 1979b). Gli esercizi vengono tuttora utilizzati nell'ambito di consulenze per progetti educativi.

Applicazione della metodologia dei test a tecniche d'indagine alternative
Nonostante le innovazioni introdotte nella costruzione dei test dal 1970 in poi, L. B. non ha mai ritenuto che il problema della valutazione psicologica potesse risolversi esclusivamente con l'uso di questi strumenti. Per mediare tra le opposte esigenze di maggior flessibilità da un lato e di rigore metodologicoscientifico dall'altro, la metodologia di costruzione dei test psicometrici è stata applicata a strumenti d'indagine psicologica più aderenti a situazioni "correnti", di vita reale. In specie, la metodologia dei test è stata applicata all'affinamento di tecniche d'indagine quali l'analisi di "documenti personali" e all'osservazione diretta e sistematica del comportamento.
In ambito scolastico, il lavoro pubblicato più di recente è CALONGHI, L., BONCORI, L., Guida per la correzione dei temi. Roma, LAS, 2006 (pp. 384). Questo lavoro presenta un'ampia serie di studi sulla validità del metodo, precedentemente pubblicato con una documentazione psicometrica molto più limitata (CALONGHI, L., BONCORI, L., Guida per la correzione delle composizioni scritte, CRISP, Roma, pp. 96, 1979).

Valutazione strutturata della comunicazione orale in lingua materna
Un'estensione all'espressione orale del metodo di analisi elaborato per la valutazione dei temi è stato proposto in Educazione linguistica e sviluppo intellettuale (A 13, 1980).
In campo educativo, uno dei metodi messi a punto nel corso di queste ricerche è stato utilizzato nell'ambito di una ricerca promossa dalla I.A.E.A., condotta simultaneamente su quattro continenti. In campo psicologico, alcuni aspetti importanti del metodo di analisi sono stati trasposti all'analisi dei protocolli dei test tematici (v. paragrafo sui test proiettivi).

Osservazione sistematica
L'osservazione sistematica è abitualmente considerata uno strumento di base sia per la valutazione psicologica in genere, sia per la validazione di altri strumenti: primi fra tutti, i test.
La raccolta di dati osservativi sistematici richiede impegno e momenti di confronto e discussione, ma può essere molto utile nella formazione dei docenti, soprattutto in funzione del lavoro di équipe.
Sono state costruite una serie di sei schede d'osservazione riferite a tre diverse fasce d'età (6-10 anni, 11-14, 15-19) e realizzate in due "forme": una destinata a rilevazioni da compiere nell'ambiente domestico (p. es. dai familiari del ragazzo), l'altra destinata a osservazioni in ambiente scolastico.
Ogni scheda contiene una serie di indicatori riguardanti aspetti diversi dello sviluppo cognitivo, di tratti della personalità, di motivazioni, di reazioni interpersonali (Indagine sulla personalità dei ragazzi in funzione dell'intervento: "la cartella individuale" dell'alunno, A 27, 1975d).
I risultati ottenuti in ricerche pilota hanno consentito di perfezionare ulteriormente le schede, almeno nella forma utilizzabile in situazioni scolastiche, limitatamente alla fascia 6-14 anni (Osservazione sistematica e test nella scuola dell'obbligo, A5, 1979a).

Supporto per la formulazione di obiettivi educativi e didattici
La formulazione degli obiettivi è un problema di difficile soluzione per gli educatori, soprattutto quando comporta il riferimento a categorie psicologiche. Per facilitare la raccolta di dati attendibili e validamente interpretabili in funzione di teorie psicologiche, L.B. ha costruito e validato un questionario, con la metodologia tipica delle schede per interviste semistrutturate e di questionari per ricerche psicosociali "sul campo” (Un questionario per la formulazione collegiale degli obiettivi educativi  I, A 25, 1975b; Un questionario per la formulazione collegiale degli obiettivi educativi  II, A 26, 1975c). Dopo aver sottoposto il questionario a tre successive revisioni, i dati raccolti sono stati sottoposti ad una triplice analisi delle componenti principali, in modo da pervenire alla costituzione di scale fattoriali (Valutazione formativa: validazione di un questionario per la formulazione degli obiettivi, A 33, 1978). I risultati hanno messo in evidenza una struttura dalle caratteristiche psicometriche analoghe a quelle osservate nei più noti questionari psicologici.

Valutazione di atteggiamenti, motivazioni, valori - la resilienza
In ambito scolastico, per valutare alcune problematiche psicologiche di interesse educativo, sono state costruite scale che misurano l'alessitimia e la resilienza.
L'alessitimia è una caratteristica individuata e studiata negli ultimi decenni, descrivibile come un insieme di deficit della competenza emotiva ed emozionale, palesato dall'incapacità di mentalizzare, percepire, riconoscere, e descrivere verbalmente i propri e gli altrui stati emotivi. L'interesse per l'alessitimia è nato in campo clinico, in quanto sembra associata a importanti disturbi psicofisici (cardiovascolari e altri), ma è rilevante anche sotto l'aspetto educativo: ad esempio, per l'impostazione di interventi sul bullismo e sull'ansia (C57: BONCORI, L., COMIGNANI, E., (1999) Il costrutto dell'alessitimia: concettualizzazione, validazione e relazione con l'ansia, in "Orientamenti Pedagogici", 46  225-252). Sono in corso ricerche per la verifica della validità di una scala di ansia da inserire nell'ambito di TALEIA. Sono previste forme di collaborazione a titolo gratuito per la partecipazione a queste ricerche.
La resilienza è stata individuata dal Resilience Research Center di Halifax (Canada) come la capacità individuale di muoversi verso risorse sane, unita alla presenza di condizioni che offrano queste risorse in modo culturalmente significativo nella famiglia, nella comunità e nella cultura. E' un buon predittore della capacità di sviluppo socialmente integrato da parte di ragazzi che appartengono ad ambienti "problematici" e facilita interventi preventivi e educativi nei loro confronti. Scale di resilienza sono presenti nei questionari Focus 10+ (scuola dell'obbligo), Focus 15 + (scuola secondaria superiore) e Focus 20+ (università), descritti nella sezione Orientamento. Sono previste forme di collaborazione a titolo gratuito per la partecipazione a ricerche sulla validità, soprattutto predittiva, delle scale di resilienza.
La scuola è anche sede della trasmissione dei valori dagli adulti ai giovani.
In uno studio comparativo sono state messe a confronto scuole materne di impostazione teorica molto diversa (Montessoriane e Reichiane) verificando con l'aiuto di una scheda di osservazione appositamente costruita se si rilevassero fra gli alunni differenze comportamentali statisticamente significative congruenti con i modelli (Un'esperienza di educazione antiautoritaria: Summerhill, C 30, 1977). I risultati evidenziarono che i valori tipici del ceto medio a cui appartenevano tutte le insegnanti venivano trasmessi con maggiore efficacia dei valori centrali dei modelli teorici a cui le scuole professavano di ispirarsi.
Alla luce di questi dati, un successivo gruppo di studi sulla trasmissione dei valori parentali venne impostato raccogliendo dati su campioni appartenenti a contesti socioculturali diversi. Le ricerche vennero compiute mediante interviste strutturate con madri e bambini, dopo un'accurata analisi delle caratteristiche sociali dei campioni. I risultati non solo evidenziano le ipotizzate differenze tra "classi sociali", ma inducono anche a riformulare il problema tenendo conto dei "gruppi di riferimento" e delle aspirazioni alla mobilità sociale (Valori e classe sociale: indagine sulla maturazione di preadolescenti, C 37, 1980).
A livello teorico, lo studio di queste tematiche è stato approfondito in riferimento alla teoria dell'interazionismo simbolico, esposta in una prospettiva storicocritica nell'introduzione all'edizione italiana del volume di D.H. Hargreaves, Psicologia sociale nella scuola (Torino, SEI, 1976).
A livello pratico, le implicazioni di questi studi sono state integrate nella costruzione di modelli di orientamento e possono essere oggetto di corsi per la formazione degli insegnanti.
In ambito universitario, in occasione  degli esami di accesso alla Facoltà di Psicologia si è ritenuto utile somministrare un  questionario per raccogliere informazioni sulle caratteristiche degli studenti, sulle loro aspettative, sul loro atteggiamento nei confronti delle discipline insegnate, dello studio, e così via. Il questionario è stato realizzato  da L. B. in base a una serie di problematiche precedentemente identificate. I dati raccolti per quattro anni consecutivi su oltre 10.000 studenti sono stati analizzati statisticamente  e commentati  in funzione di  esigenze curricolari e istituzionali (C 56, 1997).
La scala di resilienza nel questionario Focus 20+ è descritti nella sezione Orientamento.

Didattica a piccoli gruppi
L'apprendimento scolastico realizzato utilizzando le proprietà di comunicazione "tra pari" proprie dei gruppi può dare ottimi risultati anche in ambiti molto tradizionali, come la traduzione da e in una lingua straniera moderna o classica, applicando specifici modelli psicosociali, come il "modello B" di Lorge e Solomon (C24: BONCORI, L. (1975a), Lavoro a gruppi nella scuola secondaria superiore, Orientamenti Pedagogici, vol. 22, 79-91). L'articolo descrive le condizioni strutturali e funzionali dei gruppi e dei "compiti", mediante i quali sono stati ottenuti livelli di apprendimento superiori a quello ottenibili con lo studio individuale e tali da superare l'effetto del livello d'intelligenza, nel senso che anche alunni dotati mediamente o meno che mediamente ottenevano, lavorando in gruppo, risultati pari o superiori a quelli dei loro colleghi più brillanti che lavoravano individualmente. Gli schemi messi a punto per la condu­zione di questa ricerca e di altre, eseguite da altri autori, sono stati pubblicati (Gruppi di lavoro scolastico: schemi per impostazione o consuntivo di ricerca, C 32, 1978).
Questi studi sono stati successivamente utilizzati come base per un'ipotesi di ricerca nell'ambito dei C.F.P., i cui risultati purtroppo sono stati solo in parte pubblicati (Educazione linguistica come sviluppo intellettuale e integrazione sociale, A 7, 1979c).
Possono costituire un contributo utile per la formazione didattica degli insegnanti.

Conduzione di gruppi in ambito scolastico
L'interesse per lo studio delle dinamiche di gruppo nell'ambito dell'istituzione scolastica ha cominciato a concretarsi per L. B. intorno al 1965: nella rubrica di psicologia da lei curata per la rivista "Scuola Viva", durante un intero anno pubblicò una serie di analisi critiche di ricerche internazionali su piccoli gruppi, in vista della formulazione di ipotesi di ricerca rilevanti nell'ambito dell'istituzione scolastica (Condizioni per l'efficienza del lavoro di gruppo, C 9, 1965/66; La guida del gruppo, C 10, 1965/66; La guida del gruppo: il consiglio di classe, C 11, 1965/66; La guida del gruppo: il rapporto insegnante-alunno, C 12, 1966/677.
Possono costituire un contributo utile per la formazione didattica degli insegnanti.